RAVENNA - INCONTRO CON GLI AMICI NELLA TERRA DEL MOSAICO
16-21 Aprile 2013


Ravenna - Museo Arcivescovile e Oratorio di Sant'Andrea


   Situato al primo piano dell'antico e vasto palazzo dell'Arcivescovado di Ravenna, accoglie numerose opere d'arte provenienti dall'antica cattedrale e da altre costruzioni ora distrutte. Vi si conserva la famosissima cattedra d'avorio di Massimiano, uno dei più celebri lavori in tale materia che si conoscano, opera d’artisti bizantini del secolo VI. A croce greca e decorato con splendidi mosaici dell'inizio del VI secolo, vi si trova uno dei monumenti Unesco della città: l'oratorio di Sant'Andrea (o Cappella Arcivescovile). Attualmente in restauro il Museo Arcivescovile è uno dei maggiori contenitori di antiche opere della Curia.
La Cappella Arcivescovile - detta anche Cappella di Sant'Andrea - fu costruita dal Vescovo Pietro II come oratorio privato, alla fine del V secolo, ossia durante il regno di Teodorico. 
   La Cappella è l'unico monumento ortodosso costruito in epoca teodoriciana, quando il culto dominante era quello ariano. L'oratorio è preceduto da un vestibolo rettangolare sulle cui pareti lunghe sono riportati a finto mosaico venti esametri latini. Sopra la porta d'accesso al vestibolo è raffigurato Cristo guerriero. L'oratorio vero e proprio, in forma di croce, si conclude con una piccola abside, la cui conca raffigura un cielo stellato, in mezzo al quale campeggia una croce. La volta a crociera ha fondo d'oro. Nei sottarchi ad est e ad ovest sono raffigurati i busti degli Apostoli, ai lati di quello di Cristo; in quelli a sud e a nord compaiono i busti di sei Santi e di sei Sante. Nella Cappella è ora conservata la preziosa croce d'argento detta d'Agnello, dal nome del Vescovo che la fece eseguire nel periodo del suo episcopato (557-570).
   L'iconografia dei mosaici è di grande interesse: la glorificazione di Cristo, la cui presenza domina ogni parte della decorazione musiva, può essere interpretata come elemento anti-ariano, ed in particolare le rappresentazioni dei martiri sono una chiara affermazione dell'ortodossia.
   Il nartece della cappella colpisce il visitatore per la vigorosa rappresentazione di Cristo guerriero e per la poesia latina che celebra nei suoi versi lo splendore del mosaico. Ma nella parete di sinistra i mosaici rappresentano un intero parco di piccoli uccelli: storni, fagiani, anatroccoli, la fauna delle pinete ravennati è riprodotta in queste pareti. Fra questi, piccolo e nascosto fra le decorazioni, un piccolo e tenerissimo anatroccolo dalla strana caratteristica: una zampetta è nera, l'altra è rossa. Nessuno ha spiegato perché.(©travelitalia.com)

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A causa del divieto di fare fotografie all'interno del Museo quelle sopra sono le uniche che ho potuto scattare. Queste qui sotto sono state reperite in rete solo per dare un'idea di che cosa abbiamo visto in questo museo.
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Ravenna - Museo Nazionale


   Il Museo Nazionale, amministrato dalla soprintendenza di Ravenna, si è istituito nel 1885, sulla base delle ottocentesche raccolte di natura antiquaria dei monaco camaldolesi di Classe e dei successivi ampliamenti provenienti dal territorio ravennate.
Con il trasferimento tra il 1913 ed il 1914 nell'ex Monastero di San Vitale, il Museo venne ampliandosi e si presenta oggi come un vasto insieme di raccolte divisibili in tre settori principali: il lapidario, i reperti da scavi, le collezioni d'arte cosiddetta "minore".
   Il lapidario è distribuito principalmente lungo i portici dei due chiostri rinascimentali. Fra il materiale d'epoca romana si segnalano importanti stele funerarie della flotta classense, il cosiddetto "bassorilievo di Augusto" ed elementi architettonici da Porta Aurea; numerosi i rilievi d'età bizantina.
   Fra i reperti di scavo, oltre a testimonianze d'epoca preistorica, ampiamente rappresentato è il materiale d'età romana dagli scavi della Villa Romana di Russi e del territorio classense.
Le arti cosiddette "minori", tradizionalmente suddivise a seconda dei materiali, rappresentano una vasta parte delle collezioni museali.
   Le raccolte più ampie sono quella delle ceramiche, che comprende vari settori quali l'istoriato, la ceramica da farmacia, il graffito, la maiolica settecentesca; quella delle icone, che documenta ampiamente la scuola cretese veneziana; quella degli avori, dove si distinguono famosi esemplari come il Dittico di Murano (VI sec. ) e la tavoletta con Apollo e Dafne (V sec. ).
   E' presente pure una raccolta di armi e armature, e un piccolo gruppo di mobili, fra i quali uno spazio particolare è dedicato all'arredo ligneo più importante del Museo, una grande farmacia della fine del sec. XVIII, di provenienza ravennate.
   Infine un ampio settore è dedicato alla raccolta numismatica, che in un allestimento di nuova concezione presenta una selezione di monete romane e una vasta testimonianza della monetazione bizantina e dei regni barbarici in Italia. (©comune.ra.it)

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