Il Battistero degli Ariani si trova a Ravenna e fu
fatto costruire all'epoca del re ostrogoto
Teodorico, nella prima metà del VI secolo.
Teodorico, di culto cristiano-ariano,
decise di far convivere pacificamente i goti di
culto ariano e i latini di culto
cristiano-ortodosso (terminologia indicante
all'epoca i seguaci della dottrina canonica
riconosciuta dalla chiesa e dall'impero romano
d'oriente), mantenendo le due popolazioni
separate, il che comportò la distinzione dei
rispettivi quartieri e la costruzione dei
rispettivi edifici di culto in città.
Vicino all'attuale via Diaz Teodorico
fece costruire una basilica per gli ariani,
l'attuale chiesa di Santo Spirito che fu molto
rimaneggiata nelle epoche seguenti ed un
battistero ad essa anticamente collegato oggi
detto degli Ariani per distinguerlo dal battistero
Neoniano degli Ortodossi più antico di circa un
secolo. Si tratta dell'unico battistero conosciuto
ad essere stato costruito propriamente per il
culto ariano in Italia.
Esternamente l'edificio, che accusa
la subsidenza tipica del territorio ravennate, si
presenta come un edificio in laterizi a pianta
ottagonale, con absidiole nel registro inferiore e
finestre ad arco in quello superiore. Lungo il
perimetro esterno correva un deambulatorio che si
interrompeva soltanto in corrispondenza
dell'abside rivolto ad oriente. I restauri hanno
chiarito che l'edificio era parte integrante della
retrostante chiesa di Santo Spirito.
L'interno si presenta spoglio, con la
muratura a vista e scarno di arredi (la presenza
della vasca battesimale è ricordata oggi solo da
una lastra marmorea rotonda al centro
dell'edificio) mentre la cupola è completamente
decorata a mosaico; la superficie musiva è più
piccola rispetto a quella del battistero Neoniano
e l'organizzazione decorativa meno complessa, con
solo due registri circolari che organizzano la
raffigurazione. Al centro si trova una
rappresentazione circolare del Battesimo di Cristo
con San Giovanni Battista, la personificazione del
fiume Giordano e la colomba dello Spirito Santo;
nel registro più esterno si trova il trono vuoto
dell'Etimasìa (che rinvia alla Seconda Venuta del
Cristo) e i dodici Apostoli in atto di offrire
corone con le mani coperte, divisi da esili palme. La raffigurazione è orientata per
essere vista dal battesimando che stava
all'interno della vasca rivolto verso l'altarolo
(oggi non più presente) ad oriente.
La rappresentazione è semplice, con
figure piuttosto statiche e ripetitive
nell'aspetto che indossano solo l'Alba (Paramento
bianco, base per tutti gli altri paramenti
liturgici) e i volumi appiattiti e calligrafici.
Spicca l'affermazione dominante del fondo oro, che
si stava imponendo in tutto il mondo mediterraneo
come veicolo per rappresentazioni più astratte e
simboliche, inondate da una luce ultraterrena. A
differenza del battistero Neoniano, infatti, il
fondo su cui si muovono gli apostoli e si svolge
il Battesimo è totalmente dorato; mentre nel
battistero Neoniano il fondo è di un blu intenso
e i volti degli apostoli sono maggiormente
caratterizzati fisionomicamente e più plastici
nella resa formale. (©wikipedia.org) |