Max Roach è considerato tra i protagonisti nella vicenda della musica nero-americana del Novecento. A partire dagli anni quaranta, quando partecipò al movimento modernistico del be-bop, essenziale per lo sviluppo di un jazz di nuova concezione, Roach si è proiettato verso obiettivi che esaltavano il ruolo politico del jazz non solo nel denunciare l'ingiustizia di classe che colpiva la parte nera della popolazione ma anche per stimolare lo sviluppo di quella coscienza nero americana che avrebbe trovato grande amplificazione successivamente nelle parole e nell'azione di Martin Luther King, di Malcom X e seguaci. 

   Dal punto di vista della pratica musicale, con Roach la batteria, il suo strumento, ha acquisito straordinaria ampiezza di discorso musicale, mentre dal punto di vista stilistico, le prove da lui condotte hanno conquistato  

all'espressione jazzistica la pronuncia dei ritmi dispari, sviluppando così le massime potenzialità della musica nero americana. Max Roach ha dedicato alle percussioni la sua attenzione anche come compositore, chiamando a sé un gruppo di strumentisti che ha saputo evolvere le potenzialità espressive di un insieme costituito di soli strumenti che appartengono a questa famiglia. Il percorso di Roach ha lasciato una traccia ben viva nella storia del jazz, il cui arco di proietta fino a coinvolgere l'Ellington che progetterà una collaborazione con Roach e Charles Mingus per la radicale realizzazione di Money jungle.

   Avvicinatosi alla batteria in età preadolescente, Roach studiò a New York e nel '42 prese parte alla rivoluzione del bebop. Presto entrò nella sezione ritmica della Monroe's Uptown House e della Minton's Playhouse, esibendosi con tutti i maggiori musicisti del momento. Al fianco di Kenny Clarke scrisse un nuovo vocabolario del percussionismo, e al fianco di Charlie Parker e Dizzy Gillespie accrebbe la sua già smisurata inventiva e la sua tecnica. Negli anni '40, oltre a suonare bebop, si esibì in band grandi e piccole insieme a veterani dello swing come Coleman Hawkins o Benny Carter, ma a cavallo tra i Quaranta e i Cinquanta abbandonò i vecchi modi di suonare proprio quando era diventato una colonna portante del bebop. Dal '48 al '50 fu con Miles Davis con cui incise Birth Of The Cool, e nel '54 con Clifford Brown formò un quintetto tra i più innovativi del periodo: purtroppo però Brown morì in un incidente nel '56, gettando Roach in una cupa disperazione da cui si riprese solo dopo molti anni. 

   Sul finire degli anni Cinquanta Roach iniziò a interessarsi attivamente di politica e di diritti civili partecipando a molti progetti della comunità nera; trasferì molti di questi temi nella sua musica, come si può notare dalla suite We Insist! Freedom Now, e sperimentò l'abbandono delle strutture ritmiche convenzionali, in accordo con le linee guida del movimento del free jazz di cui pure non fece mai parte. I gruppi cui diede vita in quegli anni contarono sempre su musicisti di prim'ordine, come Freddie Hubbard, Sonny Rollins, George Coleman e Stanley Turrentine. Lavorò anche con un ampia varietà di voci, soliste e in coro, a partire da quella di sua moglie Abbey Lincoln. 

   Negli anni Settanta Roach continuò a confrontarsi con gli elementi più innovatori del panorama jazz, chiamando a collaborare ai suoi album musicisti d'avanguardia quali Abdullah Ibrahim, Archie Shepp, Cecil Taylor e Anthony Braxton. Fu uno dei pochi batteristi a esibirsi in concerti da solista seguitissimi, che smentirono il giudizio abitualmente negativo nei confronti di esperimenti di questo tipo. Continuò a comporre e a suonare in pubblico anche negli anni Novanta, trovando anche il tempo per insegnare alla University Of Massachusetts senza smettere di essere attivo in politica. Come batterista è arrivato a padroneggiare tutti gli aspetti del proprio lavoro, come ha dimostrato pochi anni fa in concerto quando si è prodotto in un assolo ai piatti di oltre dieci minuti che il pubblico ha seguito col fiato sospeso. 

   Nel '95, con Ginger Baker e Tony Williams, ha dato vita al gruppo di percussionisti M'Boom, ma il suo progetto più ambizioso resta quello del '96, un'orchestra jazz di 50 elementi alle prese con temi della musica classica. (unibo.it/DAMS/files/roach.htm)

We insist

Driva Man / Freedom Day / Triptych: Prayer/Protest/Peace / All Africa / Tears for Johannesburg

Max Roach and Clifford Brown

Jor-Du / I Can't Get Started / I Get A Kick Out Of You / Parisian Thoroughfare / All God's Chilun Got Rhythm / Tenderly / Sunset Eyes / Clifford's Axe

Sito internet: http://www.drummerworld.com/drummers/Max_Roach.html

«««