"Se mai ci fu qualcuno degno di essere chiamato "Mister Jazz", questo fu Louis Armstrong" disse Duke Ellington qualche giorno dopo la morte del suo celebre collega, "Fu la quintessenza del jazz e resterà tale. Ogni suonatore di tromba che abbia deciso di suonare nell'idioma americano è stato influenzato da lui". "Se il jazz americano, prodotto nell'ambiente storico, culturale e razziale di New Orleans, è l'originale contributo degli Stati Uniti all'arte del mondo, questo lo si deve certamente a Louis Armstrong più che a qualsiasi altro" sentenziò un'articolista del "New York Times".

   In queste dichiarazioni non c'è alcuna esagerazione: se Louis Armstrong non fosse capitato sulla scena del jazz al momento giusto, la musica degli afro-americani non si sarebbe affermata tanto rapidamente e sarebbe stata diversa. 

   Fu lui, nella seconda metà degli anni Venti, quando incise i primi dischi sotto suo nome, a far diventare per la prima volta arte cio' che era stata, e per molti sarebbe rimasta ancora, solo una colorita e divertente musica d'intrattenimento radicata nel folklore del "Profondo Sud" degli Stati Uniti.

   Era nato, nel 1901, in una baracca di un unico stanzone nel più povero quartiere nero di New Orleans. Suo padre abbandonò la famiglia quando lui era ancora un bambino e sua madre si "arrabattò" in molti modi per allevarlo insieme alla sorella Beatrice. Ebbe un'istruzione rudimentale e la maggior parte delle cose le apprese nella strada ed in riformatorio. Imparò a suonare la cornetta alla Waif's Home, una casa di correzione per ragazzi neri. Ci era entrato nel 1913 dopo essere stato arrestato la notte di Capodanno per una sparatoria con certi suoi coetanei. Fu un male che non venne per nuocere: lì infatti trovo un guardiano, Peter Davis, che gli insegnò i primi rudimenti della musica e gli mise in mano, forse per la prima volta, una cornetta.

   Divenne presto il direttore della banda del riformatorio che veniva inviata a rallegrare le feste popolari in città. Ma quando Dippermouth o più semplicemente Dipper (tale era il suo soprannome, dovuto al fatto che avesse la bocca a forma di mestolo) uscì dal riformatorio non suonò per un paio d'anni e si limitò ad ascoltare la musica degli altri, soprattutto al Lincoln Park. Cominciò a fare le prime esperienze di musicista professionista (con un altro mestiere di appoggio, come tutti in città) in qualche locacalaccio di Storyville, uno dei quali era gestito da un italiano, Henry Matranga, per il quale sua madre lavorava come donna di servizio.

   Negli anni in cui Louis, continuando a girare per le strade, di giorno, col carretto del carbone, iniziò a suonare i primi blues gli capitò di conoscere molti dei migliori musicisti della città: fra gli altri, Kid Ory, Sidney Bechet, e soprattutto King Oliver, per cui nutriva una sconfinata ammirazione e che gli diede qualche lezione di cornetta. Fu Oliver a sceglierlo come suo sostituto nell'orchestra di Ory quando, nel 1918, lasciò la città per trasferirsi a Chicago. In questi anni Louis suonò un po' dappertutto e riuscì, con gli introiti da musicista, ad abbandonare per sempre il carretto del carbone. Nel frattempo si era sposato ma il matrimonio con Daisy era presto divenuto un'ossessione che comportava, abbastanza spesso, soggiorni in carcere per botte da orbi in pubblico e privato e violente scene di gelosia da parte di Daisy in casa ed in mezzo alla strada.

   Venne poi il giorno che aveva sempre aspettato, o forse soltanto sognato: quello in cui Papa Joe, ovvero King Oliver, gli inviò un telegramma da Chicago per invitarlo ad unirsi alla sua Creole Jazz Band. I duetti di cornette tra il vecchio ed il giovane astro del jazz divennero ben presto famosi ed in quell'orchestra Louis conobbe la pianista Lil Harden che sarebbe diventata la sua seconda moglie nel 1924. Ad un certo momento, convinto anche dalla moglie, fu sedotto dall'idea di diventare l'unico solista del suo strumento ed entrò nella formazione di Ollie Powers; vi rimase pochi mesi per poi accettare un'offerta di Fletcher Henderson che lo indusse a trasferirsi a New York per sostituire Joe Smith nella sua orchestra.

   In breve i musicisti jazz di New York furono conquistati dal nuovo venuto che per molti divenne il modello da imitare e per qualcuno un idolo. Ma il successo non pareva al giovane cornettista un premio sufficiente per quanto aveva lasciato a Chicago. Non gli piacevano inoltre i modi in cui si comportavano i suoi colleghi nell'orchestra di Henderson: bevevano troppo e non prendevano sul serio il loro lavoro. Tornò quindi a Chicago, in un'orchestra diretta dalla moglie e poi in quella di Carroll Dickerson dove conobbe Joe Glaser, suo futuro manager, e Earl Hines, il più brillante pianista jazz del momemto.

   Il periodo del suo ritorno a Chicago lo vide molto impegnato negli studi di registrazione insieme a vari gruppi da lui diretti, gli Hot Five in seguito Hot Seven ed altri, dove incise gran parte delle sue più belle esecuzioni, dimostrando di essere il più grande strumentista che il jazz avesse fino allora espresso. Ascoltando le incisioni effettuate tra il 1926, anno della sua prima affermazione presso un largo pubblico, e il 1928, quando raggiunse la perfezione e realizzò i suoi capolavori, è facile rendersi conto della progressiva maturazione del suo stile che, inizialmente reminiscente di quello di Oliver, si affrancò sempre più da influenze estranee per divenire poi personalissimo.

   In molte di queste esecuzioni Armstrong non si conferma soltanto il miglior strumentista del suo tempo ma anche il più notevole cantante che il jazz avuto. La sua voce cavernosa, rauca, non di rado deliberatamente grottesca si fa apprezzare per le stesse qualità di inventiva musicale e di espressività che caratterizzano il suo lavoro di solista di cornetta prima, e di tromba poi. (misterjazz)

HOT FIVE & HOT SEVEN - 1925 - 1928

ALLIGATOR CRAWL / WILD MAN BLUES / MELANCHOLY BLUES / WILLIE THE WEEPER / ORY'S CREOLE TROMBONE / STRUTTIN' WITH SOME BARBECUE / HOTTER THAN THAT / WEST END BLUES / POTATO HEAD BLUES / KEYHOLE BLUES / GULLY LOW BLUES / BASIN STREET BLUES / S.O.L. BLUES / TWELFTH STREET RAG / SAVOY BLUES / MUSKRAT RAMBLE / CORNET CHOP SUEY / SKID-DAT-DE-DAT / COME BACK SWEET PAPA / YES- I'M IN THE BARREL-WEARY BLUES-PUT'EM DOWN BLUES-A MONDAY DATE


SINGS AND PLAYS

YOU WON'T BE SATISFIED (UNTIL YOU BREAK MY HEART) / THE FRIM FRAM SAUCE / ROCKIN' CHAIR / JACK / ARMSTRONG BLUES / FIFTY-FIFTY BLUES / PLEASE STOP PLAYING THOSE BLUES / A SONG WAS BORN / LOVELY WEATHER WE'RE HAVING / BACK O' TOWN BLUES / BASIN STREET BLUES / DO YOU KNOW WHAT IT MEANS TO MISS NEW ORLEANS? / THAT'S MY DESIRE. FLAT FOOT FLOOGIE / MY WALKING STICK...

Sito ufficiale: http://www.satchmo.net/

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